11 ILLUSTRI SCONOSCIUTI LIVE AL MATTATOIO - BREVE CRONACA DEI FATTI

PREMESSA

Mettiamola così. Con indicibili sensi di colpa mi son preso di ferie la giornata di oggi. Ma il clima non dice bene, anzi, dice male, piove forte e fuori c'è un tempo da lupi. Tuttavia è proprio per questo che mi vien voglia di scrivere, così da lavare la coscienza lavorativa e aggiungere al file della memoria un logorroico resoconto della gesta mie e di Santu a Carpi, vale a dire il live degli "11 Illustri Sconosciuti" al Mattatoio, svoltosi il primo di Marzo. 


Premetto che questo non vuole (né può) essere altro che il mio POV, il mio punto di vista delle cose, quindi non è mia intenzione tralasciare di proposito determinati fatti od eventi: semplicemente riporto gli accadimenti in maniera evangelica, ossia per come li ho vissuti o percepiti io. Vero è anche però, che le nostre vite, in quelle settimane, sono state uno splendido ed intenso meccanismo ad incastro, quindi, giocoforza, non credo che esprimerò concetti o emozioni così diversi da quelli provati da Santu e dai nostri compagni di banco.

Da sx vs dx: Berta alla propaganda di partito, Zeman e Santu alla vox populi et vox Dei, chef Valle alla chitarra disturbata (mentre mostra il libello al contrario: che classe)


FOTOGRAFIE PERFETTE

Nella partita doppia dei ricordi sono troppo spesso i magoni ad averla vinta, ma non è questo il caso.
Poco prima dell'esibizione live vergavo sul mio profilo facebook il seguente status:

22 Febbraio 2015
Ci sono percorsi artistici, più o meno grandi, che si trasformano in intense esperienze di vita, nelle quali diventa lecito non badare al numero delle sigarette e delle birre, alle pizze mangiate in posti scrausi, alle lancette dell'orologio spinte troppo in là da prove e da modifiche a copioni, canovacci e note.
I Green Day hanno parlato di "dead skin on trial", ecco, qualcosa di simile. Degli anni più recenti me ne vengono in mente tre: il cortometraggio di Spark, l'aver suonato con gli Iraequiete e, ultima per cronologia ma non per importanza, lo show del 1° Marzo: 11 Illustri Sconosciuti live al Mattatoio. Tra qualche anno, guardando indietro, non mi verranno in mente la fatica o il sacrificio, bensì aver condiviso insieme a un sacco di cari amici qualcosa di memorabile.
Primo Marzo al Mattatoio di Carpi: here we come!

Queste parole erano e sono una fotografia perfetta di quei momenti,
A metà febbraio uscivamo da un inverno omerico, un freddo troppo grosso, nevicate che neanche beyond the Wall, e poi un grigio opprimente, di quelli che snervano psicologicamente. Come se non fossero bastate queste condizioni climatiche sfavorevoli, s'aggiungeva il lavoro, tanto ed estenuante: una continua rincorsa contro il tempo, le urgenze e le contingenze. 
Io e Santu ci stavamo preparando già da un mese, un'organizzazione svizzera, puntuale, non da noi, ma proprio per niente. Ci trovavamo da me, a San Antonio, TX, chiusi nello studiolo a fumare mille sigarette mentre declamavano e ci ascoltavamo reciprocamente, oppure ci beccavamo nel suo pied-à-terre di Modena, dopo aperitivi frugali e kebab in compagnia di donna Silvia e dei suoi amici. 

Un po' Buffa, un po' Capovilla, un po' Rust Cohle, un po' Carlo Cracco. Il tutto con una spiccata cadenza emiliana.

Ultimamente m'accorgo d'essere invecchiato e ripeto sempre le stesse cose, ma è stato bellissimo riscoprire la città dopo anni che non la frequentavo più: il Novi Sad del dopo lavoro e del post-Economia, i tetti del centro, via Emilia deserta, silenziosa ma certa, rassicurante, come se fosse sempre stata lì ad aspettarmi, che tanto prima o poi ci sarei ripassato, e come mille mila altre volte aveva fatto in passato, mi avrebbe fatto ancora compagnia.

Con alle spalle "El Diez": provassimo a riscattare questa foto altre mille volte, non ci verrebbe mai.

Quindi, le ultime due settimane prima dell'esibizione siamo andati al Mattatoio, a provarci la febbre, calpestare l'erba di quello che sarebbe stato il nostro campo da gioco. 
Per chi non lo sapesse, Carpi è in culo alla miseria rispetto a dove viviamo noi. 
Dopo il lavoro ci incontravamo a Modena, in Tien An Men, quindi precipitavamo nella notte padana alla volta della Bassa, e sbarcavamo a un tiro di schioppo dal locale. Andavamo là di lunedì e martedì, e vi posso garantire che personalmente è stata una fatica di Sisifo perché farlo i primi due giorni della settimana, quando i carichi di lavoro son sempre maggiori, e poi non godersi i pasti perché si mangiava alla veloce in un qualche pizzettaro di merda, una svalangata di sigarette, birre come se fossero mezzi litri d'acqua e le mattine successive caffè come se fossero birre...  sì, insomma: una roba che a vent'anni, quando avevo in testa più capelli che pensieri, sarebbe stata una sgambata salutare, ma che all'età di Gesù Cristo e con cronici debiti di sonno diventava molto più pesante.


WELCOME TO CARPIFF, BASSO GALLES MODENESE

Ma lo "stra" aggiunto all'ordinario è valso in tutti i sensi. Infatti andavamo a Carpi con le nostre donne o con i nostri compagni di banco e di vita, e tutto diventava più bello, come quando in una festa arriva Panino, "che se è brutta diventa bella, se è bella diventa brutta: FORZA PANINO!"

Carpiff, pianura pagana: il Signore di colpe non ne ha

Infatti è stato un attimo, nonostante pioggia, freddo e impreviste sbronze feriali, trasformare i fardelli delle prove e delle trasferte in piccole feste private. Carpi che, considerando lontananza, clima ostile e attori protagonisti o meno, diventava Carpiff; l'audiochef Valerio che si sentiva emarginato dalla popolazione locale per i suoi vestiti "da montanaro che va in città" e che alle prove ci ripeteva:"Ma avete ancora da parlare? Guardate che il mio repertorio è finito un'ora e mezza fa"; l'amico fraterno Berta, ribattezzato Bertrand, che rinfocolava in un colpo solo tutte balle che non prendeva da anni ("a casa andava!" cit. per pochi); e infine Santu che, berieg dur, chiedeva venia sostenendo che quella sera, in cui era ubriaco da buttare via, non si fosse presentato lui ma il suo fratello sbronzo prima, quindi quello addormentato dopo, e che non poteva rispondere anche per loro.

The making of

Abbiamo seriamente rischiato di compromettere tutto lo spettacolo, ma una volta passata la bufera tra noi e i gestori del Mattatoio, abbiamo ripreso la retta via e ci siam intensamente preparati per lo show. 
Il sabato mattina prima del live sono stati consegnati a Santu i libri cui avevamo lavorato e che in teoria avrebbero dovuto spedirci qualche giorno prima. Poco importava perché era tutto in tema, come da copione. Era proprio il caso di dirlo: bello, tutto molto bello, bello come un gol a 90', quando non manca niente alla fine e non ci credi più, ma quando succede, se succede, capisci che non ti prenderanno più.


Più o meno contemporaneamente, più teso di una corda di violino, scrivevo su facebook:

28 Febbraio 2015
Poi la smetto.
Domani io e Santu raccontiamo delle storie, Valerio suona la chitarra disturbata e Bertrand fa propaganda di partito. Siamo a Carpiff, al Mattatoio, orario aperitivan.
Sono molto emozionato, ma tanto non ci vedo niente quindi davanti a me potrete essere 5, 50 o 500 che sarà la stessa cosa.
Momento nostalgia, nostalgia Chinaglia.
A casa mia non sono mai mancate tre cose: il pane, qualche ceffone ben assestato (contato poco) e la Gazzetta dello Sport. Ci sono alcuni articoli che, fin da bambino, ho sempre letto con più interesse (oltre alle pagelle delle partite, beninteso), ossia quei trafiletti nascosti in fondo alle pagine, quelle mezze colonne a metà giornale (dove nessuno arriva mai) in cui una qualche penna finissima era costretta a raccontare in pochissime righe storie sportive così belle che avrebbero meritato lo spazio della biblioteca di Alessandria. Me le sono sempre ritagliate, sottolineate e rilette a distanza di tempo, pensando che aver anche solo la possibilità di raccontarle fosse il mestiere più bello del mondo.
Per me, per noi, è solo una passione ma chissenefrega, va benissimo così!
A domani, bestie!

Dall'ultima prova fatta il martedì, m'ero ripetuto le mie storie in macchina mentre andavo al lavoro, quasi fossero una liturgia da mandare a memoria. Cercavo di far raccolta tra i ricordi, rammentare episodi in cui m'ero trovato a parlare davanti a tanta gente così da darmi sicurezza e creare un precedente cui affidare le mie incertezze, ma non ne individuavo molti, anzi.

La sera prima ho guardato "UNITED", un film in inglese che interessava l'argomento di cui avrei parlato. Ci ho capito una mazza, ma credo che avrei ottenuto lo stesso misero risultato anche se avessi guardato Gli Aristogatti, tanto ero agitato. Quindi la domenica mi son svegliato prestissimo, attanagliato dai pensieri e dall'ansia di prestazione. Ho fatto qualche salto nel dubbio perché immaginavo tutte le possibili coincidenze astrali che si sarebbero potuto verificare. "E se dovessero farmi domande specifiche?", "Se qualcuno volesse sapere qualcosa che ho trascurato?", "Dovessero chiedermi se sono certo di quello che ho detto?"
Donna Ilenia, per stemperare la tensione mi incaricava di lavori che mi riempissero le braccia, così che non avessi pensieri per la testa. Credo non sia mai stata così contenta del mio supporto casalingo.


DOMENICA 1 MARZO 2015, CARPI - MATTATOIO CULTURE CLUB

E poi metti un pomeriggio a Carpi, anzi: a Carpiff.


Invece di passare la domenica pomeriggio in hangover guardando televendite di coltelli, venite a 11 ILLUSTRI SCONOSCIUTI@Mattatoio Culture Club: forti della tecnica teatrale "Buffa - Capovilla - Malesani", Francis Franco Begbie e Simone Zeman Ferrari vi racconteranno storie di un calcio nascosto ma non dimenticato. Ad accompagnare la narrazione le note dell'audiochef Valerio Cabri e i visual di Samuele Bertacchini.
Troverete poi il libretto con i racconti del giorno + alcuni inediti, progettato dalla sottoscritta e impreziosito da un cliché di Anonima Impressori.
Dai!
(Accolto consigliato: Il Napoli vince sempre - X-Mary)

Nonostante le parole di Donna Silvia invitassero a disertare bellamente l'avvenimento, tutto procedeva splendidamente. Verso le sette il locale s'era riempito e lo spettacolo aveva avuto inizio.

Da quel momento in poi sono state solo emozioni fortissime, e da questo momento in poi serve il present tense per necessità e semplicità di narrazione.
Sia io che Santu riusciamo a tenere la mente fredda e il cuore caldo, rimaniamo un passo davanti al pubblico e mai due, poi, soprattutto, siamo coscienti del lavoro fatto, per cui, vinti gli empasse iniziali, marciamo sereni e consapevoli di aver fatto qualcosa che amiamo, che diverte e ci diverte.
Berta ha l'arduo compito di far scorrere immagini e video sotto alle nostre parole e lo svolge egregiamente. Ha più volte a dire:"l'ingegneria al servizio della cultura" e quando passa il video de "Gli Anni" vince l'Oscar come migliore montaggio ogni epoca. Valle, l'uomo più paziente di tutta l'Emilia-Romagna, segue passo dopo passo la nostra favella, e traduce in musica quello che noi raccontiamo a parole. C'è la percezione di uno sfregamento reciproco di personalità d'eccezione che trasmette fiducia al gruppo e suggestione al pubblico.

Estratto dell'esibizione di Santu

Estratto dell'esibizione di Zeman

Alla fine dello spettacolo salutiamo tutte le persone intervenute. Ci sono amici che contavamo venissero, persone che mai avremmo pensato di vedere, e sconosciuti che ci rivolgono sentiti complimenti. È fatta: per me, e credo anche per Santu, è come aver ricevuto il bacio del commissario, il premio Nobel, la lettera di congratulazioni del Presidente della Repubblica. Possiamo sbronzarci malamente e togliere dal cassetto uno dei tanti sogni che avevamo voluto realizzare.
Tuttavia io ho quella che il mio amico Max definisce "la tensione postuma". Sono eccitatissimo, eppure sento di avere la condizione atletica del pensionato che guarda i cantieri: sono mentalmente svuotato, come se avessi corso per un mese senza fermarmi e non riuscissi a guardarmi indietro per la troppa fatica. Di contro però sono al settimo cielo: è una cosa troppo bella per cui ancora adesso ho difficoltà nel trovare le parole giuste per descrivere le emozioni del momento.


TO BE CONTINUED...

Nei giorni successivi abbiamo letto diversi status su facebook di chi aveva partecipato e aveva apprezzato l'evento, abbiamo ricevuto mail, richieste di libri, proposte di serate. Ho stampato ogni messaggio e l'ho attaccato all'anta del mio scaffale a imperitura memoria. che se ne conservino i ricordi.



Di tutte le cose che non ho detto/scritto, ci tengo a menzionarne ancora qualcuna.
Santu ha gestito alla grande tutta l'organizzazione dell'evento, dalla A alla Z: contatti con il Mattatoio, preparazione del libercolo e prove insieme. Se qualcuno dovesse aver seriamente l'idea di organizzare una serata con noi, senta lui, absofuckinlutely.
La Silvia ha avuto una pazienza interminabile nell'editing del libro.
Cawa è stato perfetto nel consigliarci.
Avrei dovuto citare l'amico Checco nei credits. Quando mi sono accorto di non averlo fatto, l'ho almeno nominato dal vivo ed è stata l'unica cosa improvvisata che ho fatto.


AD MAIORA!

Dal primo Marzo ad oggi sono volati i giorni e le settimane. Io e Santu ci siam visti poche volte ma intensamente, in occasione di qualche week end, per le feste comandate e per il Memorial Sandro Pertini (leggasi "il mio addio al celibato #1"), da allora c'è stato poco tempo per parlare del futuro di questo blog o di qualche altro evento. A noi piace conservare la nostra indipendenza di forma e sostanza, abbiamo un sacco di idee che prima o poi troveranno casa, ma per ora ognuno è preso dai propri impegni, lavorativi e non. Una cosa è certa però: non ci è passata la voglia e, visto il successo e il bagno di affetto ed interesse ricevuti, non escludiamo di replicare in futuro.
Pertanto stay tuned.

"Non ci prendono più"

De hoc satis.
Mettiamola agli atti, vista, si stampi!

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